Pier Paolo Scattolin – Suoni e rime sparse

PIER PAOLO SCATTOLIN
Suoni e rime sparse
Composizioni profane

Coro Euridice
Ensemble di strumenti antichi ‘Circe’
Coro da Camera di Bologna
Sound engineer, editing: Federico Pelle,
Basement Studio, Vicenza
Mastering: Giuseppe Monari
registrato nella chiesa di S.Francesco S.Lazzaro, Bologna 2017-2020

Soprano: Sonila Kaceli
Contralto, flauto dolce e arpa diatonica: Angela Troilo
Canto armonico: Simone Spinaci
Flauto dolce: Antonio Lorenzoni
Trombe: Antonio Quero e Marco Vestiboli
Organo: Giuseppe Monari
Direttore: Pier Paolo Scattolin

Rime sparse

CORO EURIDICE
Soprani: Angela Beghelli, Laura Biffi, Cecilia Campagna, Margherita Colombini, Anna D’Avolio, Paola Foschi, Irene Frascari, Nicoletta Giorgi, Stefania Granelli, Maria Chiara Masetti, Maria Angela Onofri, Rosa Roffi,  Maria Gabriella Di Liberto, Maura Marongiu, Silvia Pastorino, Emanuela Tranchina, Angelica Trotta

Contralti: Stefania Canè, Doriana De Luca, Paola Errore, Cristina Fanin, Anna Franzoni, Anna Gaudenzi, Maria Gaudenzi, Rosanna Odorisio, Federica Pasquali, Chiara Spinaci, Manuela Trerè, Angela Troilo, Carla Vanti

Tenori: Michele Ferrari, Federico Filtri, Sergio Giachini, Davide Malaguti, Gianluca Morara, Massimo Pinna, Carlo Piva, Roberto Rizzoli, Beppe Tringale, Michele Viviani

Bassi: Mauro Ansaloni, Paolo Barilli, Antonio Capano, Mario Davolio,  Massimo Franzoni, Jacopo Lenzi, Roberto Rinaldi, Sergio Turra

 

ENSEMBLE DI STRUMENTI ANTICHI ‘CIRCE’
Flauti: Sara Dallolio, Stefano Fanton, Giuseppe Sportaro, Angela Troilo, Claudia Vatalaro

Violini: Alessandro Urso, Irene Pizzi, Vienna Camerota, Alberto Deriu, Silvia Tecchio, Elena Zucchini

Viole da gamba: Angela Albanese, Silvia Guberti, Gianni Sebartoli

Viola: Maiu Kull

Violoncello: Federica Pasquali

Violone: Roberto Salario

Contrabbasso: Gianni Calcaterra

Arciliuto, tiorba e chitarra barocca: Giovanni Fini, Sebastiano Scollo

Cornetti: Mario Davolio, Paolo Ferrari, Flavio Cinquetti

Percussione: Mirco Mungari, Guido Sodo

 

CORO DA CAMERA DI BOLOGNA
Soprani: Sonila Kaceli, Teresa Parigi

Contralti: Elisa Bonazzi, Angela Troilo

Tenori: Sergio Giachini, Massimo Pinna

Bassi: Marcus Köhler, Jacopo Lenzi, Simone Spinaci

 

CORO GIOVANILE EURIDICE
Studenti dell’Istituto comprensivo n.19 Lavinia-Fontana di Bologna

 

Il titolo sintetizza alcune tappe caratterizzanti il percorso compositivo di Pier Paolo Scattolin: dalla vocalità a cappella alla strumentalità con dinamiche stilistiche talora distanti ma tutte aventi per comune denominatore la ricerca sul suono, dal fonema linguistico all’uso variegato e qualche volta sperimentale dell’emissione strumentale.

L’estetica sulla quale s’innerva la gran parte dell’itinerario compositivo qui proposto nasce dal desiderio di rappresentare musicalmente un processo introspettivo sulle pulsioni emotive e psicologiche che accompagnano la complessità dell’essere umano moderno e di offrire libere piattaforme di comunicazione e messaggi attraverso il mondo dei suoni per esplorare con libertà e fantasia le sensazioni e le espressioni fatte di orizzonti emotivi anche contrastanti e contradditori.

Per queste ragioni dal punto di vista della costruzione sonora gli approcci comunicativi e stilistici sono molto diversificati per evitare di “sterilizzare” le composizioni nella ricerca di risultati musicali ripetitivi e di effetti puramente fine a se stessi, ma per giungere alla tessitura di una trama poetica che vada qualche volta anche oltre il contenuto del testo (nel caso della musica vocale cercandone anche le suggestioni fonemiche) e oltre le forme musicali “classiche”; le regole grammaticali e lessicali, siano esse provenienti dal linguaggio armonico modale/tonale, da quello seriale o improvvisativo e aleatorio sono forgiate con l’intento di costruire una libera tavolozza di contenuti poetici in grado di dare concretezza ad alcune espressioni umane come le rappresentazioni simboliche e fantastiche.

Il percorso si snoda in quasi quarant’anni di continuo approfondimento e svisceramento sia del suono corale che di quello strumentale, quest’ultimo di carattere cameristico/solistico e in alcuni casi concertato anche con voci solistiche.

Nel repertorio corale a cappella una variegata antologia raccoglie testi poetici e letterari di Giuseppe Ungaretti, Alda Merini, Umberto Saba, Emily Dickinson, Alessandro Striggio, Agnolo Poliziano, Alceo, Saffo, Ipponatte, Enzo Iacchetti, Agnese Troilo e dello stesso compositore.

Alcuni brani corali sono concertati con l’Ensemble di strumenti antichi ‘Circe’, la cui presenza nasce dalla ricerca di un linguaggio sonoro procedente verso la scarnificazione e l’essenzialità di una musica e di una sonorità coerenti con l’ambientazione dei testi poetici per trasferire le loro caratteristiche strumentali all’espressione musicale contemporanea.

In alcuni brani reciprocamente sono le voci solistiche ad aggiungersi come colore quasi strumentale, un arricchimento timbrico delle sonorità dell’organo, dei flauti dolci e delle trombe.

Principalmente ancorato allo stile aleatorio e al canto armonico è il brano Per non dimenticare, esempi della possibilità del coro di misurarsi in un campo sperimentale storicamente più praticato nella musica strumentale.

Sono inoltre presenti tre divertissement di carattere ricreativo o ludico: La pulce scritto per voci bianche e due elaborazioni polifoniche: Eleanor Rigby, famoso successo discografico dei Beatles e Moon river, canzone scritta da Henri Mancini.

Molto diverse fa loro sono anche le dimensioni delle composizioni: accanto ad alcuni pezzi di media lunghezza altri sono racchiusi nello spazio della canzone/lied, altre infine sono brevi frammenti raccolti in un unico filone narrativo come nel caso dello Zodiacus VII, che assieme alla Bagatella e Squilli e riverberi scandagliano puntigliosamente le risorse foniche delle voci e degli strumenti impiegati.

I complessivi 32 brani sono raccolti a partire dal n.14 nelle tre sillogi Quattro liriche, Zodiaucus VII e Neogotico.

 

1.Estasi (8-9 marzo 1986) per SsAaTtBb

Pur rispettando l’integrità semantica della poesia scritta dallo stesso compositore, Estasi ne sfrutta le prospettive foniche; si sviluppa cioè una ricerca basata su singole articolazioni sonore delle parole che permettono di cogliere in maniera quasi cogente un’interpretazione musicale del significato testuale, in cui si espande la stato di ipnosi davanti al mistero di una radiosa alba ricca di profumi sonori.

2.Per non dimenticare (novembre 1992) per 4 soli e coro SATB

La disintegrazione fonemica del testo poetico di Giuseppe Ungaretti “Natale” (da “L’allegria”) scritto alla fine del 1916 è la base per instaurare in maniera strutturale alcuni procedimenti di ricerca fonica: il carattere aletorio e la presenza di materiali sonori allo stato “grezzo” si avvicendano nel trascolorare dei suoni vocalici nella forma del “magma”, un prisma sonoro continuamente cangiante idoneo ad amplificare musicalmente una sorta di narrazione dell’anomalia e delle conseguenze dell’inutilità della guerra.

A ciò si aggiunge la spazializzazione della fonte sonora e l’uso della diafonia vocale, il canto ‘armonico’. Il principio è quello di usare materiali compositivi da elaborare liberamente da parte del direttore con la partecipazione attiva del cantore che diventa a sua volta compositore.

3.Ulisse (1995) per SATB

L’Ulisse tratteggiato dal poeta Umberto Saba corrisponde alla visione pessimisticamente rassegnata dell’uomo che è destinato a continuare, diversamente dall’eroe omerico, nel suo perenne viaggio: il pensiero poetico è realizzato musicalmente con il ricorso ad estranianti modulazioni cadenzali poste in momenti importanti della forma musicale come l’introduzione e la chiusura della composizione; nel corso della compposizione l’accostamento improvviso di episodi emotivamente molto differenziati e la forte pulsazione ritmica vogliono sviluppare la dolorosa riflessione poetica sulla continua peregrinazione, che nega un definitivo approdo sicuro all’esistenza umana, e alla sua condizione di perenne incertezza.

4.Ottava fuga (1999) per SATB

Il percorso ed i materiali musicali di Ottava fuga sono tesi ad enfatizzare nella poesia di Saba il dialogo fra la foglia destinata a rimanere attaccata al proprio ramo e la nave a vapore che sta per salpare. La composizione parte in maniera sommessa ed ha un primo culmine alla fine del crescendo nell’episodio centrale sulle parole “non lo so”, basato sulla reiterazione di alcune cellule ritmico-melodiche volte ad esprimere il concetto del dubbio e dell’incertezza esistenziale tipico della poesia moderna. Un secondo culmine, che prelude al finale, vuole esprimere la rassicurante espressione finale da parte della “nave” alla “fogliolina” preannunciante una separazione incerta nella durata, ma sicura nella soluzione.

5.Incantesimo sciamanico (2002) per 6 voci femminili

Il testo di Incantesimo sciamanico è la poesia Non voglio dimenticarti amore di Alda Merini: il rivestimento sonoro si cala nell’atmosfera rarefatta e misteriosamente ipnotica di una dolorosa denuncia della solitudine umana, e si trasforma continuamente nella sottolineatura fortemente espressiva di una poesia in cui un semplice gesto di affetto può riportare una seppure breve luce di felicità. Il richiamo all’arte magica della cultura sciamanica si riflette in episodi dove si alternano rapidamente momenti musicali dalla forza piena e travolgente a momenti di rarefazione delicata ed esoterica in un linguaggio alla ricerca rassicurante della tonalità e della sua  sensualità sonora.

6.Morning (2004) per SATB

Scritta nella tradizione della chanson polifonica novecentesca, Morning alterna evoluzioni emotive con momenti di pienezza corale e rarefazioni sonore: la composizione si sviluppa per ripercorrere le atmosfere dubbiose in cui l’interrogativo esistenziale della poetessa Emily Dickinson si muove alla ricerca di una risposta forse impossibile ad un suo irrefrenabile desiderio: la conoscenza del proprio destino nell’aspettativa della nascita di un nuovo giorno, il mattino.

7.Eleanor Rigby (2006) per SATB

Questa celebre e fantasiosa canzone dei Beatles è qui rimodellata in un divertissement corale in cui sono stati individuati alcuni segmenti ritmico-melodici e reintrodotti in un percorso contrappuntistico quasi di tipo “classico”,  che mettono in luce esiti sonori completamente reinventati ed inaspettati.

8.La pulce (2008) per coro di voci bianche e femminili, organo e percussioni

La pulce è scritto per due sezioni di coro, accompagnamento di pianoforte e strumenti a percussione; nella composizione si sviluppa, seguendo con brevi e isolati frammenti musicali, il testo di Enzo Iacchetti tratto da Il pensiero Bonsai (1992); si vuole ricreare l’atmosfera di fanciulli incuriositi dalla presenza di una pulce e della sua ragion d’essere. Si fa uso anche di materiali aleatori, dell’improvvisazione vocale, e di espressioni metalinguistiche come il pianto, il riso, il tono arrabbiato o suadente etc.; il brano risultato vincitore (I premio e premio speciale per la categoria della scrittura moderna) al I Concorso di Nuoro del 2003.

9.Baccanti (2015) per SATB, strumenti antichi e percussioni

E’ il brano conclusivo di una pièce musicale e teatrale di Scattolin Un altro Orfeo ovvero il ritorno di Euridice nata dall’idea di interpretare musicalmente alcune diverse rappresentazioni del mito, prendendo spunto da alcune delle numerose e diversificate interpretazioni del mito orfeonico che si sono diversamente ramificate negli esiti testuali e musicali, dall’antichità fino alla contemporaneità soprattutto in riferimento alla figura di Euridice. Per questo finale d’opera sono stati citati contemporaneamente tre testi: il primo è tratto dalla versione originale del libretto dell’Orfeo di Claudio Monteverdi scritto da Alessandro Striggio, in cui Orfeo è drammaticamente alla mercede della vendetta delle Baccanti; questo finale è stato musicato ex-novo, poiché l’originale monteverdiano è andato perduto; il secondo testo che racconta dello strazio fatto dalle esultanti Baccanti al corpo di Orfeo è tratto dalla Fabula di Orfeo di Agnolo Poliziano ed il terzo è un frammento di Alceo che traspone il plauso alludendo alla morte di Mirsilo. Il brano vuole esprimere l’atmosfera di allegrezza che si trasforma in una danza processionale all’annuncio della morte di Orfeo: gli strumenti a percussione enfatizzano in maniera determinante gli snodi formali della composizione.

10.Moon river (2016) per SATB

La celebre canzone di Henri Mancini è trattata con un’elaborazione polifonica rivolta alla narrazione musicale della malinconia struggente alternata al desiderio della felicità che il testo di Johnny Mercer esprime con immagini simboliche come l’arcobaleno ed il fiume.

11.Non ti perderò (2017) per quartetto vocale SATB

Concepita nella forma della classica ‘chanson’ polifonica, il brano focalizza la propria interiorità espressiva con toni delicatamente rassicuranti nella forma di un breve biglietto amoroso dedicato alla moglie Angela Troilo. Questa composizione vocale si colloca alla fine di un ciclo che si ispira al misterioso e affascinante mondo sciamanico di cui fa parte, fra l’altro, la Suite per orchestra …Quando quello sciamano della luna presente nel CD Tactus 940091 Bicinium: anche nel caso di questa polifonia corale di Non ti perderò è la luna a compiere un sortilegio benaugurante.

12.Buonanotte (2019) per voce e arpa diatonica

L’atmosfera onirica a tratti musicalmente rarefatta simboleggia la ricerca poetica di uno stato emotivo rassicurante narrato dalla poesia di Agnese Troilo, in cui il desiderio di affetto confluisce con semplicità ma profonda intensità in un canto e in una una delicata linea strumentale affidati ad un solo esecutore.

13.Bagatella in contrappunto (2019) per 2 trombe e organo

La composizione consiste in una sequenza di sei brevi contrapuncta in cui si applicano alcune modalità dell’antica tecnica su un piano espressivo moderno e sonoramente ricercato. La versione originaria (Carish, 2002) è per pianoforte (dedicata a Giuseppe Fricelli), ma le caratteristiche della scrittura polifonica sono quasi estranee nella realizzazione pratica ad una precisa collocazione timbrica, ragion per cui esistono vari organici strumentali (per quartetto d’archi con contrabbasso ad libitum, per quattro di violini, per pianoforte a quattro mani e per chitarra). La presente versione per due trombe e organo appositamente adattata e ampliata offre una gamma di risorse timbriche individuali e di gruppo in grado di sviluppare una narrazione sonora di tipo corale.

14-17.Quattro liriche (2017) per soprano solo, 2 flauti dolci e organo

Questi quattro brevi frammenti musicali accompagnano altrettanti testi poetici di Ungaretti. L’accostamento di così diverse fonti sonore favorisce uno svilupparsi di tensioni timbriche: le sonorità ricche e colorate dei flauti e dell’organo si fanno squillanti negli scintillanti interventi vocali di Alba, Rose fiammanti, Cielo e mare; si concludono ripiegandosi in più composte atmosfere dell’intimo messaggio poetico di Sereno. La voce si unisce a quella dell’organo e di due flauti dolci per espandere l’espressione sonora oltre i confini dell’immaginifico cadenzare musicale della poesia ungarettiana.

18-29.Zodiacus VII (2019) per 2 trombe e organo

La prima stesura di Zodiacus dedicata a Maurizio Mancini è per chitarra (1987). Il chitarrista e compositore Angelo Gilardino nel suo libro La Chitarra moderna e contemporanea (vol. II, Bèrben 1988, p.175): così commenta: “L’esaltazione della policromia chitarristica, in un quadro dinamico-agogico assai movimentato, è la caratteristica più immediata…: oltre all’accattivante esuberanza coloristica, è dato di cogliere un’attenta dosatura del fraseggio, che Scattolin impernia soprattutto sulle affinità tra la ‘voce’ della chitarra e la voce umana, con esiti espressivi forti e diretti”.

E’ da questa idea di policromia sonora che questa composizione ha avuto successivamente una sua evoluzione sostanziale e formale attraverso varie trascrizioni, l’ultima delle quali è per due voci e organo. I 12 brani ispirati ai segni zodiacali hanno un carattere frammentario come lo è l’immagine della dispersione dei corpi celesti che si coniuga alla fugace durata dell’apparizione di un meteorite. Il loro carattere musicale si ispira all’immediatezza dell’immagine oggettiva più che quella geometrica della costellazione: il sottotitolo che accompagna ogni segno ne descrive una allusiva espressione musicale.

30.Proverbi (1983) per SAQTB

Con questa composizione, dedicata al fratello Luciano, è iniziata una produzione musicale sia sacra che profana, nella quale si inseriscono anche i due successivi pezzi, definibile come Neogotico, in quanto sono una proiezione ed elaborazione in chiave moderna di testi e citazioni stilistiche della musica vocale strumentale medievale. In questo caso nella forma del pezzo si avvicendano i testi di sei delle ventiquattro sentenze morali che si trovano sulle pareti del cortile interno al castello di Fénis presso Aosta. La composizione si articola in una forma di contrasto, in cui le voci femminili e maschili si contrappongono alternandosi nell’enunciazione dei proverbi o all’interno del medesimo; un terzo settore vocale chiamato ‘Quintus’ composto da contralti e tenori funge da collegamento sonoro e testuale tra i “contendenti”. Proverbi assieme ad Anteo, alle Baccanti e alla Bagatella in contrappunto si sviluppano nella forma della ‘variazione’ ritmica, melodica e contrappuntistica: il rapporto con la parola non si svolge meccanicamente attraverso l’espletamento dei ruoli di accentazione tonica e atona, ma con una più libera concezione dell’equilibrio nella distribuzione dei pesi nella scansione sillabica e nell’organizzazione della battuta.

31.Anteo (2019) per soprano e contralto soli, coro (SATB) e strumenti antichi (4 flauti dolci, 2 violini, 3 viole, violoncello, violone, percussioni).

La citazione in due testi poetici danteschi della torre bolognese della Garisenda sono lo spunto per costruire una narrazione fatta di pannelli sonori sullo stile antico della passacaglia. La composizione è pervasa da rimandi alludenti a moduli melodici e soprattutto ritmici della musica medievale e s’impregna della vigorosità caratteristica dell’espressione e dell’invettiva poetica dantesca.

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